martedì 4 luglio 2017

e-state (anche Cit.)

stiamo costruendo una generazione di futuri nonni tatuati. fra 20-30anni le spiagge ne saranno gremite, uno per ogni secchiello. bisogna vivere il presente giusto, nessuna rinuncia. solo non ce li vedo.
i nonni nel nostro immaginario sono rugosi, sorridenti, fermi seppur tremuli e con le forme tipiche di chi la vita l'ha già assaporata. sfoggeranno per lo più  informi e scolorite macchie  sparse e senza nemmeno un passato galeotto a giustificarle. certo bisognerà sostituire i racconti del dopoguerra dei nostri e anche la storia di un tatuaggio può rapire e insegnare (in fondo comunque noi non siamo stati tanto capaci di star lontano dalle guerre nonostante tutto).
dal canto mio nutro il rammarico di una mancata Pantera Rosa adagiata melliflua sull'anca... forse va bene così.
(ma magari domani me lo faccio e se avrò la fortuna di avere un nipote con cui giocare a carte e che di tanto in tanto mi salterà sulla pancia seguendo il profilo del tattoo con le dita paffute, spero l'amerà quanto l'ho amata io)

sabato 25 febbraio 2017

L'evoluzione della specie.

Lo hai accudito e sfamato, hai fatto in modo che seguisse le tue orme e poi tu hai rincorso lui, mentre gli insegnavi ad andare in bicicletta. Per anni lo hai accompagnato su e giù per le trombe delle scale, in giro per tutto il quartiere festeggiando Halloween, perdendolo spesso di vista e ritrovandoti a sperare non si ripetesse Hansel e Gretel in chiave moderna. Hai speso interi pomeriggi al parco monitorandolo fra mille schegge impazzite all'interno di torrette e rari scivoli milanesi.
Feste di compleanno su feste di compleanno, ogni volta esplorando nuovi mari, approdando a nove anni al pigiama party, tradottosi per te in una notte infinita di veglia sulla giovane camerata.
Fino a quando un giorno, approfittando di un tuo attimo di distrazione, dettata forse dalla troppa confidenza, te lo hanno sostituito con un figlio adolescente.
Lo guardi. Lui ti guarda. Lo scruti. Lui ti fissa non propriamente interessato. Accenni un debole sorriso e lui risponde: "Bella."
Un giro di giostra vorticoso, adrenalina alle stelle, qualche sporadico momento di nausea, poi di nuovo il sorriso, la testa che gira, il desiderio di scendere ma al tempo stesso la paura che finisca davvero.
Una montagna di calzini appallottolati sotto il letto.
Devi scegliere a quale delle ultime domande fatte abbinare l'unico monosillabo ricevuto in risposta.
Rinvieni cereali sul pavimento del bagno.
Cerchi di leggergli il pensiero e rinunci sfinita.
Ripercorri mentalmente tutti i contatti avuti in questa vita con l'altro genere per ca(r)pirne i segreti ma sei consapevole che con ogni probabilità faresti prima con quello di Fatima.
E alla fine accetti di ridisegnarti il costume da genitore per il carnevale della vita.