sabato 28 settembre 2013

Memorie di un Animatore del Vi(ll)aggio.

Secondo lei...
Sa Signora perché faccio questo mestiere? Perché da bambino nessuno mi ha chiesto cosa volessi fare da grande. No davvero, siamo in 10 fratelli si figuri se si ricordavano che a me non lo avevan ancora domandato?! Il nulla.
Poi un giorno mentre giocavo in cortile dove mi avevano dimenticato dalla sera prima... poverelli i miei, signora, come fargliene una colpa lavoravano per mantenerci tutti e non sempre avevano la forza di fare pure la conta... incontrai il gatto e la volpe che mi proposero di lavorare nei villaggi turistici: tutto il giorno in costume da bagno, attorniato da belle donne e pagato per godermi la sindrome di Peter Pan. Che vuole signora mia, ho ceduto!

In effetti non è andata proprio così…
Ci sono degli episodi che ci cambiano nell’attimo stesso in cui accadono. Avevo 23 anni quando mio padre ha avuto premura di scoprire prima di tutti noi cosa ci fosse nell’aldilà. Il suo gesto più generoso, è andato per organizzare al meglio le cose per quando lo raggiungeremo, questa volta per l’eternità. Mi sono smarrito a faro spento nelle acque buie. Ecco sono nato lì, una seconda volta.
Certo allora ai bermuda dovevo mettere la cintura perché non mi cadessero, adesso devo sbottonarli un po’ per respirare ma le garantisco signora ho sempre il mio fascino. Ho scoperto che una risata ti salva la vita.
- Che dice, esagero? Ha ragione ma almeno la serata quella sì te la salva. Beh, io sono capace, io risulto simpatico. Sarà il mio accento, sarà perchè sono anche molto bello. No?!  Allora alto. Nemmeno?! Intelligente? Senta signora facciamo che me le trova lei un paio di qualità. Comunque mi aggiravo per le strade di Malta, mani in tasca, birra in pancia e il nulla in testa, controllato a vista da mio fratello, che veniva controllato telefonicamente dagli altri fratelli che a loro volta mamma teneva a portata di mestolo, sapendo che nostro padre ci stava guardando, quando una battuta di qua, una di là, ben presto divenni il reginetto del villaggio.
- Uhhh signora è inutile che mi scruta così, ho detto che ero il più simpatico, non il più affascinante. Ho visto che suo marito le ha dato di gomito dicendole fra i denti “Io alla sua età ero più bello.”
Insomma le stavo raccontando, ad un certo punto ero famoso in tutto il villaggio. Quello che ancora non sapevo era che la fama mi avrebbe regalato le donne. Sì lo so, le donne non l’amore. Uhhh che camurrìa ma che differenza le fa, la manda mica mia madre??! L’amore è esclusivo, io sono del mio pubblico. Ma sì vedrà che prima o poi dovrò cedere anch’io, sono pur sempre della generazione di Footloose e Dirty Dancing. Se lo ricorda quel film con l’animatore belloccio che poi si innamora e appende le scarpe da ballo al chiodo? “Nessuno mette Fabio in un angolo”
- Come dice, lo sanno tutti che non so ballare?! Sì ma le mi dà il tormento, però! Davvero signora facciamo così io le giuro e spergiuro di non flirtare (più) con sua figlia ma lei mi promette di mollare il colpo. E lo dica anche a mia madre: non mi voglio sposaaare! Non posso, non ho tempo. Poi che faccio, il viaggio di nozze lo incastro il ponte dei morti perché per rispetto degli assenti nessuno fa caciara e meno che mai va a vedere uno spettacolo comico!? Lei mi sposerebbe? Nulla, neanche la convivenza. Finirebbe con il convivere con il gatto mentre io faccio le serate. Tanto meno potrebbe venire a star da me, morirebbe di gelosia, io di dispiacere (di dover rinunciare a tutte le altre), mia madre di imbarazzo, il titolare di preoccupazione e gli ospiti del villaggio di noia. Insomma signora un’ecatombe, come vede non ce lo possiamo permettere, non ancora.
- Gliel’ho raccontato di quella volta che...


(ciao Fabio
Progetto: Voglio diventare grande. )

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